La strage di Portella delle Ginestre - Narrazione interpretata da Antonio Grillo |
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Scritto da A cura di Carmine Petrungaro | |||||||
La mattina del 1° maggio
1947 qualche migliaio di contadini provenienti dai paesi che circondano la
Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, si recano a Portella della
Ginestra, una località nella Piana sovrastata dalle colline della Pizzuta e
della Cometa, per festeggiare il 1° Maggio, la festa del lavoro. Non è
un’occasione speciale perchè su questo pianoro, per vecchia tradizione, ogni
anno sogliono raccogliersi le popolazioni della zona per celebrare, unite,
l’unica festa che li compensi di un anno di duro lavoro e sacrifici nei campi... Vestiti coi soliti abiti
neri e frusti da anni di miseria, centinaia di braccianti, seguiti da mogli,
figli, parenti, accompagnati da muli, somari e tante bandiere rosse, salgono su
uno dei colli dove alle 10.30, il Segretario socialista di Piana degli
Albanesi, il paese omonimo, deve tenervi un discorso. L’oratore ha appena iniziato
a parlare che una sventagliata di mitra lo ammutolisce. Il tempo di chiedersi
cosa succede che il mitra ritorna a sparare, questa volta, ad altezza d’uomo.
Invano la folla si nasconde dietro i massi cercando scampo in tutte le direzioni - il
fuoco continua implacabile a mezza costa del monte Pizzuta per circa venti
minuti. Poi il silenzio, rotto dalle grida inumane delle madri che non hanno
potuto nascondere i propri figli. Gli uomini sono sbigottiti, cominciano ad
uscire dai ripari più disparati in cerca dei propri cari. La collina è
costellata di corpi appiattiti al suolo. La terra ha subito assorbito il loro
sangue. Non sembrano morti ma alla fine si contano 8 vittime e 33 feriti fra
cui donne e bambini. In seguito, i morti accertati saliranno a 11 ed i feriti a
56. Nessuno riesce a capire chi ha sparato e perchè. Non c’è stata nessuna
provocazione, nessun litigio. Sembra pura e semplice spietata criminalità.
Questo è il bandito Salvatore Giuliano, Turiddu, come lo chiamano i siciliani. Che a sparare
dalle alture, sulla folla radunata a celebrare la festa del lavoro,
erano stati i suoi uomini, gli italiani lo
scopriranno solo quattro mesi dopo, nell’autunno del 1947.
Film di Carmine Petrungaro Campanaelefante.com
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