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Giornata commemorativa del Terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 |
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Scritto da Lina Tallarico e Carmine Petrungaro
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Giornata commemorativa del terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 - L’Associazione Culturale Calabresi ha commemorato il 13 dicembre 2009 a Cinisello Balsamo (MI), presso Villa Ghirlanda, nella sala dei Paesaggi, l’anniversario del terremoto, che ha distrutto alle ore 5:20 del 28 dicembre 1908 due fra le più belle città d’Italia: Messina e Reggio Calabria. Al convegno e alla cerimonia hanno presieduto e partecipato personalità istituzionali, S.E. Mons. Luigi Renzo Vescovo della diocesi Nicotera-Mileto-Tropea, Enzo Romeo il giornalista di RAI 2, di origini calabresi, che ha presentato il libro “Ricordi di un dissepolto”, di Michele Calàuti.
Il libro riporta la testimonianza realistica e cruda e il suo lato emotivamente toccante, del dramma accaduto. Inoltre hanno partecipato il Presidente del Consorzio Associazione Culturale Calabrese Pantaleo Paparo, il Presidente dell’Associazione Agorà Gino Gatto, il Sindaco del Comune di Cinisello Balsamo Angelo Zaninello, l’Assessore alla Cultura Giuseppe Sacco e i rappresentanti dei consolati russo Alexander Grachev e britannico Michael Peasland, dei paesi le cui flotte, in quel momento si trovarono nello stretto di Messina e furono le prime ad accorrere sui luoghi colpiti, per prestare aiuto. I nomi e le gesta di quei uomini restano ancora oggi un esempio di solidarietà e di abnegazione al di là delle barriere ideologiche e politiche. La conferenza si è articolata in due parti: nel corso della prima parte sono intervenuti S.E. Mons. Luigi Renzo, dopodiché si è passati alla presentazione del libro “Ricordi di un dissepolto”, con l’intervento personale di Enzo Romeo, il giornalista di RAI 2. Dopo questa conferenza costruttiva, tesa a riportare alla memoria la testimonianza storica del tragico terremoto, delle vittime e delle gesta degli uomini della flotta russa e britannica che hanno prestato il primo soccorso, che ha suscitato nei partecipanti interesse e commozione, è stata celebrata da Mons. Luigi Renzo in persona, una messa nella chiesa di P.zza Gramsci.
Una messa per le vittime di un passato, di cui dobbiamo tenere vivo il ricordo perché si tratta di un pezzo di storia della nostra terra e della nostra gente che è morta tanti anni fa. Dopo la messa, in un’atmosfera stemperata dal clima emotivo, tutti si sono riuniti nel salone “Matteotti”, per la consueta cena di fine anno e nel cui clima si è recuperato lo spirito dei Calabresi, amanti dell’allegria. Complici dell’ironia ruvida e verace erano il cabarettista Rocco Barbaro e il vocalista Silvio Pozzoli e altri gruppi. Si può dire che la manifestazione è riuscita, quasi che fosse un trionfo della voglia di vivere e di ricostruire non sulla sofferenza, bensì sulla memoria e nel ricordo delle vittime e di una pagina molto amara della storia calabrese. La storia è per gli anziani la malinconia nebulosa e rarefatta del ricordo, mentre per i giovani un monito ad apprezzare il dono prezioso della vita, che in questi tempi è fatta di banalità morali ed è priva di riferimenti significativi. Impariamo tenendo vivo il ricordo del passato della nostra terra e della gente che ha sofferto in e per essa, installeremo nelle nuove generazioni i principi per costruire una nuova Calabria.
Giornata commemorativa del terremoto di Messina e Reggio Calabria, A. D. 1908
A cura di Lina Tallarico e Carmine Petrungaro
Alle 5:20 del 28 dicembre 1908 una scossa tellurica di inaudita violenza sconvolse le sponde dello Stretto e ridusse a un cumulo di macerie le città di Reggio Calabria e Messina. Il sisma provocò un’ecatombe. Fu probabilmente la più grande catastrofe naturale italiana dai tempi dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Michele Calàuti (Siderno, 1861-1935) era stato uno degli ultimi poeti romantici, forgiatosi alla scuola del neoclassicismo. A Roma aveva frequentato i più importanti salotti e collaborato con le principali riviste letterarie, insieme a Giosuè Carducci, Luigi Capuana, Edmondo de Amicis, Salvatore Di Giacomo e tanti altri. Tra i suoi amici, il giovane Gabriele D’Annunzio, a cui dedicò più di una lirica. Nel 1908 Calàuti aveva 47 anni e da tempo era tornato nella sua Calabria. In quel periodo alloggiava con la famiglia a Reggio, in un villino di Via Santa Lucia. Un posto incantevole, da dove si godeva un panorama magico. Dopo l’alba funesta del terremoto del terremoto, quel luogo diverrà la tomba della madre e di tre figli. A qualche mese dalla catastrofe, il poeta riprende in mano la penna che aveva riposto nel cassetto da molti anni e scrive un breve e straziante resoconto della propria tragedia familiare, che intitola Lacrymae ovvero Ricordi d’un dissepolto. Pagine in cui si riflette la sciagura di un popolo intero e di una terra tanto bella quanto amara. Il libretto giunse tra le mani dei maggiori uomini di cultura dell’epoca. Tutti ne furono sconvolti, tutti vollero frasi partecipi con una parola, un pensiero, una poesia, una dedica. “Chi sa fare qualche cosa del suo dolore, quello solo merita di esser consolato”, scrisse al Calàuti Matilde Serao. La raccolta che accompagna i ricordi dà l’idea di quale impatto emotivo provocò cent’anni fa in Italia e nel mondo quel terribile terremoto.
Citata solo Messina e dimenticata Reggio Calabria
“Un
francobollo nato male che ignora indecorosamente la memoria storica di
Reggio Calabria e della sua provincia, trascurando i circa quarantamila
reggini e calabresi che persero la vita nel terremoto che nel 1908
ridusse in macerie le due sponde dello Stretto portando distruzione,
terrore e morte”. Durissima, in una nota, la presa di posizione del
segretario regionale del PdCI, Michelangelo Tripodi, sul francobollo
commemorativo emesso lo scorso 3 novembre che ricorda il centenario
“del grave lutto che colpì le nostre popolazioni” e che “riportando la
dicitura ‘Terremoto di Messina’ anziché quella più corretta, più giusta
e logica di ‘Terremoto di Messina e Reggio Calabria’, offende la città
e i centri della costa jonica e tirrenica che pagarono un enorme
tributo di sangue e di danni materiali”. “Non ci sono parole – spiega
Michelangelo Tripodi – per commentare quanto di grave sono riusciti a
fare Poste Italiane e il Ministero. La filatelia, infatti, è uno
strumento preziosissimo per ricordare e celebrare la storia, la
cultura, la vita di un Paese – prosegue Tripodi - ma evidentemente chi
ha ideato ed emesso questo francobollo dimostra di ignorare tutto
questo. E’ vergognoso cancellare letteralmente Reggio e la sua
provincia, ricordando il tragico evento come se avesse riguardato solo
la città di Messina. Qualcuno ne deve rispondere e correre subito ai
ripari, correggendo l’errore per onorare davvero e fino in fondo la
memoria dei caduti e delle vittime di Reggio e degli altri centri della
provincia”. Secondo il segretario del PdCI, gravi sono le
responsabilità politiche. “Il centrodestra – sottolinea Tripodi –
conferma, anche con questi atti che non sono affatto marginali, lo
scarso interesse che ha per la città di Reggio Calabria, che viene
blandita solo quando si tratta di fare proclami propagandistici, che
vengono poi puntualmente smentiti dalla prova dei fatti. Mi domando
dov’era il sottosegretario Paolo Romani di Forza Italia, al quale il
ministro Scajola anche lui di Forza Italia ha conferito la delega alle
comunicazioni, quando è stato realizzato questo obbrobrio che ignora il
dolore di un’intera comunità. Così come mi domando dov’erano e dove
sono il Sindaco e la Giunta di Reggio Calabria, i parlamentari reggini
e calabresi del centrodestra, i comitati nazionali e locali che stanno
organizzando gli eventi per le celebrazioni del centenario”.
Michelangelo Tripodi, che si unisce alla protesta dell’associazione
reggina Anassilaos che ha invitato tutte le altre associazioni e i
cittadini “a boicottare il francobollo non usandolo per la
corrispondenza”, non usa mezzi termini. “A nome di tutti i reggini e
calabresi indignati per quanto di grave è stato fatto e a nome della
storia tradita - conclude il segretario regionale del PdCI – chiedo
alle autorità competenti di correre subito ai ripari. Il francobollo
deve essere immediatamente annullato e ristampato con la dicitura
‘Terremoto di Messina e Reggio Calabria’ in modo da rendere dovuto
omaggio a tutti i reggini e ai messinesi che hanno perso la vita a
causa di quel tragico evento che ha portato tanto dolore e morte tra le
due sponde dello Stretto che meritano entrambe uguale e dovuto
rispetto”.
Fonte: Il Corriere del Sud
I filmati di questo evento seguiranno nei prossimi giorni
I miei più sentiti complimenti al Consorzio dell’Associazione Culturale Calabrese per questa conferenza organizzata in maniera impeccabile e sentiti ringraziamenti per l’invito a partecipare, per poter realizzare questo piccolo reportage.
Carmine F. Petrungaro
Campanaelefante.com
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