Le Pietre dell'Incavallicata di Campana su Telecosenza
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Archivio:Le Pietre dell'Incavallicata di
Campana su Tele Cosenza - Di queste rocce si è occupato nel 2009 il
settimanale Panorama, citandole come delle scoperte fatte nel 2004 da un
architetto cosentino. Però già nel 2002 in un reportage di Tele Cosenza,
mandato in onda su tv regionali e anche sulla pay tv satellitare Stream,
le pietre erano state illustrate dal sindaco dell'epoca, Francesco
Ioverno. E anche senza enfasi, visto che le conoscevano benissimo tutti,
a Campana. Dunque nessuna nuova scoperta? Campanaelefante.com invita tutti i Campanesi a dare il loro parere, i quali sono chiamati a far parte della giuria e a partecipare attivamente al processo di valutazione e di sintesi delle varie teorie.
Le pietre sono note da sempre. Ce
lo conferma anche Mons. Luigi Renzo, oggi Vescovo di
Mileto-Nicotera-Tropea, che è nato proprio a Campana e che ci ha
raccontato come da bambino giocava proprio sotto quelle pietre, che
stanno a pochi metri dalla strada principale del paese e nei pressi del
luogo dove ogni anno, da quasi 6 secoli, si tiene l'affollata e nota
Fiera della Ronza. Mons. Renzo contesta, garbatamente, l'unica tesi
esposta da Panorama, ovvero quella che vuole che le pietre siano delle
sculture antiche, che rappresentano un elefante e una torre, o forse una
clava ciclopica. Mons. Renzo ha scritto, da studioso del territorio,
diversi libri sul suo paese. In uno pubblicato nel 1997 c'è anche una
bella foto delle pietre e una poesia a loro dedicata. In una nota
diffusa oggi, Mons. Luigi Renzo precisa le sue deduzioni. "Le Pietre
dell'Incavallicata si presentano come peculiari strutture rocciose, che,
erose dal vento e dalle intemperie, hanno assunto nel tempo quelle forme
singolari da farle ritenere monumenti di pietra, veri capolavori della
natura", scrive Renzo. "Sono massi giganteschi sovrapposti ed
accavallati (da cui il nome Incavallicata). "La cosa comunque che lascia
perplessi", scrive ancora Renzo, "è che le raffigurazioni non sono a
tutto tondo da far pensare ad una scultura dell'uomo e per di più
guardano dal versante opposto al paese. Non sarebbe stato, magari, più
ovvio scolpire le immagini dal lato del paese?, si domanda Renzo, che
poi cita i tanti fossili ritrovati nell'area, che quindi un tempo,
neanche geologicamente tanto lontano, era sommersa. Le correnti marine
avrebbero dunque scolpito le pietre, come d'altronde hanno fatto con
altre pietre di Campana, come la cosiddetta balena, citata sempre in un
libro di Mons. Renzo, o altre ancora che si trovano a Bocchigliero, a
Caloveto e a Pietrapaola. Tutti misteri da scoprire? Forse solo da
studiare, con dedizione e senza clamori o voglie di protagonismo.