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Youtube: Nuovo video sul canale di Carmine F. Petrungaro. "Tra Campana e Scala Coeli", documentario | storia. Buona visione
 
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Video - Il Fiume Nicà E-mail
Scritto da Carmine F. Petrungaro   
 Video - Il Fiume Nicà - Il fiume Nicà nasce a un'altezza di circa 700 mt sul livello del mare, ai piedi della cima del monte Calamacca, in territorio di Campana. Lo storico corso d’acqua delimita  le province di Cosenza e Crotone ed i Comuni di Cariati e Crucoli ed è lungo 35 km. Riceve svariati affluenti che ne incrementano progressivamente la portata, tra quelli principali che lo alimentano sono i torrenti Garpo alla sua destra e Acero alla sua sinistra. Superato il territorio di Campana, in quello di Scala Coeli il fiume rallenta la sua corsa, scorrendo con andamento lento per poi sfociare nel Mar Jonio a Punta Fiume Nicà. I comuni attraversati sono: Campana (CS), Scala Colei (CS), Terravecchia (CS), Cariati (CS), Crucoli (KR).

 

Rigagnolo e fiume impetuoso:

Le sue nature sono due. Nonostante d’estate sia di carattere spiccatamente torrentizio, d’inverno diventa in alcuni tratti un fiume impetuoso ed invalicabile, che durante le piene rovina i suoi stessi argini. Tanti corsi d'acqua si formano ed affluiscono nel periodo dello scioglimento della neve sulle montagne o con la pioggia, alternandosi a forti e talvolta disastrose piene. Per molti contadini o allevatori di bestiame del luogo le acque gelide del fiume schiumante diventavano un ostacolo. Una vera impresa per oltrepassarlo. I nostri nonni raccontavano ancora storie di quei tempi, quando per raggiungere pascoli e terreni sull'altra riva, qualche capra andava persa nelle rapide e il mulo scalciava per protesta. Un fiume duro dai tempi duri. Qua e là circondate spesso da una valle, possiamo trovare delle dighe di pietra e cemento molto alte, costruite agli inizi dell’ultimo secolo, in parte anche dai prigionieri austriaci, durante il primo conflitto mondiale. Questi sbarramenti servivano a controllare e a contenere il flusso dell’acqua. Soprattutto d’inverno possiamo ammirare le cascate. Ai loro piedi si sono formati stagni ed aree umide, nei quali vivono diversi tipi di pesci e rane, oltre a bisce e serpenti. Anche uccelli rapaci come la poiana nidificano nella vallata del Nicà. Il suo nido è aggrappato a pareti rocciose ed inaccessibili. La presenza di questo meraviglioso rapace dimostra, che tutta l'area è riccha di prede. Sugli specchi d'acqua a volte si formano estese macchie di verde, fatte da minuscole piante, le lenticche d'acqua: le loro radici non si abbarbicano sul fondo, così queste si lasciano trasportare dalla corrente con la prossima piena. Di queste dighe una volta così maestose, possiamo osservare oggi solo i resti, perché spezzate dalle intemperie e dalla forza erosiva dell’acqua che ne vanificò l'imponenza e la loro funzione originaria. D'estate, invece, a causa della prolungata siccità il fiume Nicà si trasforma in un torrente con secche e stagni per le rane o un paesaggio lunare e suggestivo, fatto di rocce, arbusti, canne e tronchi d'albero trascinati in mezzo al letto. Un rigagnolo estivo di cui si nota a malapena il mormorio.

 Nel territorio di Campana, sui rilievi circostanti la vegetazione si alterna ed è costituita in gran parte dalla macchia mediterranea con distese di erica e ginestra profumata, dalle accecanti fioriture primaverili. Sulla riva gli oleandri da vivaci colori. Inoltre alberi di alloro e ulivi secolari, dai tronchi contorti e di grandi dimensioni. In questo tratto il medio corso del fiume, è caratterizzato da un alveo ancora stretto e roccioso, con solchi scavati in profondità. Qui restiamo a lungo, strabiliati a guardare l'area circostante, scendere a rudi ed erte fiancate, alti valloni solcati da canaloni in ombra. I pendii sembrano poi precipitare in dirupi fino a raggiungere le vallate, separate le une dalle altre da lunghe e sottili creste. Alle falde di ognuna di queste piccole vallate, sbucano d'inverno numerosi torrenti, che a volte rimbalzano in una cascatella e formano orridi e gole profonde. Infine, man mano che si procede verso i territori di Scala Coeli e Crucoli, il letto si allarga e diventa un’ampia valle, formando una conca pianeggiante, attorniata da agrumeti, uliveti e campi da semina. Questi ultimi sempre più rari. In questa zona si coltivano ottime qualità di agrumi ed ortaggi. Presso Cariati e Torretta (Crucoli) giungiamo alla foce. Qua e là si vedono affiorare canneti e felce d'acqua, nei quali si possono ammirare molte specie di uccelli acquatici. Qui nidifica anche l’airone.  Di recente è stato avvistato in quella oasi naturalistica un gruppo di cicogne bianche. Questo arrivo di uccelli migratori lascia ben sperare.

Storia: Il nome Nicà deriva forse dal termine Nike o Nice, che è un personaggio della mitologia greca, cioè personificazione della vittoria, che è per l'appunto la traduzione del termine greco. Nel 510 a. C. il fiume Nicà divenne campo di battaglia. Presso le sue foci, a Cariati, si svolse una battaglia tra le due città greche Kroton e Sybaris. I Crotoniati annientarono le forze sibarite e da quei tempi antichi a oggi venne dato al fiume il nome greco Nice (vittoria), appunto Nicà nel gergo moderno di oggi. Nell’antichità i sentieri e le mulattiere che costeggiavano il fiume Nicà, costituivano per Greci e Bretii un’importante tratta commerciale per lo scambio delle merci e, soprattutto nel traffico del legname e della pece silana, che serviva ai cantieri navali. Con molta probabilità questi sentieri furono usati per scopi strategici e militari anche da Pirro e Annibale, per impiegare nella maniera migliore le risorse disponibili dell’entroterra ai fini bellici, cioè il rifornimento e il vettovagliamento degli eserciti e della flotta. Il fiume era ancora navigabile e il materiale poteva essere trasportato nel suo basso corso su delle chiatte. In epoca bizantina si organizzavano ronde composte da piccole milizie locali e eparti staccati dalla Tagmata (esercito regolare bizantino), per respingere eventuali incursioni saracene. Molto probabile l'esercito, del normanno Roberto d'Altavilla, detto il Guiscardo (l'Astuto), si spinse sugli stessi sentieri del fiume Nicà, arrivando poi da Turracca inferiore e zona Caragliti, da Nord-Ovest, fin sotto le mura di Campana, l'antica Kalasarna, che fu presa nel 1057 senza resistenza e divenne così ducato normanno. Ancora in tempi recenti, quando non c’era la lavatrice, i Campanesi che erano costretti a dormire in campagna, per via dei lavori sui campi o per le mandrie, si recavano al fiume per lavare i panni. Allora si diceva “dhavare alla jumara”. Le lenzuola e tutti i panni erano posti in mastelli di legno o in cesti. Non si può parlare di inquinamento delle acque, dato che si usava cenere e sapone prodotto in casa, con grasso di maiale. Mulini e frantoi erano ancora in attività fino alla metà dell‘ultimo secolo. Oggi c'è la solitudine delle pietre e l’avanzare vittorioso delle piante e della sabbia. Il fiume Nicà, invece, soffre anno per anno la sete, a causa del riscaldamento globale. Ormai solo d’inverno il fiume si  riprende il suo letto e la vallata, che in tempi storici gli apparteneva. Rimangono i ricordi e i racconti degli anziani.

Turismo: Sui sentieri del fiume Nicà si potrebbero proporre escursioni ed iniziative turistiche nel segno della storia, dello sport, della didattica, ad esempio per osservare e riconoscere animali e piante dei nostri territori o gli uccelli acquatici presso la foce. Da ricordare anche il Trekking con muli ed asini. Un'indimenticabile esperienza per grandi e piccini.

Con la realizzazione di questo video invito tutti gli amici di Campana a percepire profondamente la propria terra natia e a proteggere il nostro territorio e il patrimonio lasciatoci dai nostri antenati. Bastano piccole azioni e dedizione alle proprie radici.

Autore: Carmine F. Petrungaro

Campanaelefante.com


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 Ringraziamenti a Carlo Grillo e Calabria Logos per la gentile concessione

dei brani musicali (strumentali): "Seculu Brigante" e "Melodia breve in Mi minore".

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Commenti
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Tommaso Serafini   |2015-04-18 18:31:43
Accresci e risvegli,con sorprendente bravura, l'interesse per luoghi cancellati
ormai dalla nostra storia quotidiana.Ogni fotogramma è un quadro denso di
storia e velato da profonda nostalgia.
Francesco Tridico  - Grandissimo ricordo   |2014-05-24 05:04:51
CUANTI RICORDI .SONO NATO PROPIO A CUELLO MOLINO.
FrancescoTridico  - Emozionante!!!   |2015-04-18 18:31:25
Ringrazio la possibilita de guardare la "iumara", come la chiamavo
quando era piccolo.
Cuasi la era dimenticata!! Ma quando guardo un fiume di
montagna in Argentina, dove abbito, mi veniva in mente.
Una domanda.. Le
imagine dal video che si vede un Castello antico, sono di Campana o della
Scala??
Complementi e Auguri di salute e progresso per Carmine e tutti quelli
che fano possibile questa pagina on line!!!
Avanti!!!!
Vi abraccio!! Francesco
Tridico
Anto Giardy   |2015-04-18 18:31:03
Bellissimo e complimenti a Petrungaro! Sarebbe veramente un'ottima idea il
trekking e l'organizzazione di escursioni; aiuterebbe anche noi
"cittadini" ad amare e conoscere di più il paese dei nostri genitori e
nonni che purtroppo ogni volta che torniamo troviamo sempre più fatiscente
anche nelle sue parti storiche. Una maggiore cura ed attenzione del territorio
aiuterebbe anche molti giovani a trovare un lavoro; altre regioni, con bellezze
ben inferiori, sono riuscite a valorizzare la loro terra.
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