Video - L'Elefante di Pietra di Campana |
Scritto da Carmine F. Petrungaro | |||||||
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Con il transito di Pirro e del suo esercito composto da elefanti indiani
in Calabria, si apre la prima fase del mistero. Si voleva rendere omaggio a
Pirro “il liberatore”, con un elefante scolpito nella roccia? Rimane impresso
nella memoria dei popoli quel che vedono per la prima volta e, Pirro non fu
soltanto il primo, ma anche l'unico a mettere piede in Calabria, con un
esercito composto da pachidermi. In tempi antichi lo
storico greco Dionigi d'Alicarnasso diceva in un suo lavoro storiografico:
"Non i luoghi sfavorevoli, non gli interventi repentini dei nemici e non
altre congiunzioni ed emergenze di casi fiaccarono Pirro, ma la marcia su ripe
e lunghi sentieri, praticati non dagli uomini, ma dalle capre". Dionigi si
riferisce al ritorno di Pirro dalla Sicilia e, a quando costui dovette deviare
la marcia del suo esercito, dopo che venne a sapere dalle sue avanguardie, che
i Romani nel frattempo e durante la sua assenza, si erano nuovamente spinti a
Sud, prendendo la cittá di Turi. Pirro, quindi, divise l'esercito, di cui una
parte proseguì a piedi lungo la costa, riconquistando prima Locri e poi
Crotone. L’altra metà dell’esercito proseguì per via mare, con il resto della
flotta lungo la costa jonica. Ciò avrebbe garantito all’esercito appiedato un
certo appoggio, in caso di un attacco massiccio dei Romani.
Carmine F. Petrungaro
Rinvenimenti e testimonianze archeologiche che provano il passaggio
dell'armata di Pirro in territorio campanese:
Si tratta di rinvenimenti che non furono il frutto di campagne, scavi e studi organizzati, ma piuttosto occasionali e da lavori agricoli ad opera di privati cittadini. Certo, una maggiore attenzione e campagne mirate avrebbero potuto dare un aiuto più consistente alla ricerca storica. Di particolare rilevanza risulta il fatto che le zone interessate ai ritrovamenti sono per lo più lungo il tracciato dell'antica chiubica che dal crocevia di S. Pietro con diramazione per il paese e attraverso Ronza Vecchia, Caprella, Serra del Leone, Gambicella e lungo il Fiumenicà portava a Machia del Barone, Minoscioli e da qui verso Cirò con bivio prima per Umbriatico all'altezza della località Raca, dove nasce la sorgente di acqua sulfurea e più avanti per Cariati. Su questa traiettoria, infatti, sono stati rinvenuti alcuni utensili bronzei, oltre a frammenti ceramici e fittili di epoca ellenistica (località Ronza Vecchia), vasi a pittura con figure rosse in località Caprella, cocci e vario materiale frantumato della stessa epoca è stato raccolto in località Cozzo del Leone nel corso dei lavori di costruzione della strada Caprella-Gambicella nel 1974. Nel 1934 un vasetto fittile grezzo contenente 78 monete è stato rinvenuto dal sig. Agostino Grande in località Torracca. Il ripostiglio delle monete, datate tra il 350 e il 217 a. C., attesta nel territorio di Campana una forte frequentazione e presenza durante il periodo ellenistico. Fonte: libro Campana - Itinerari Storici, di Mons. L. Renzo, Vescovo natio di Campana .
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