Libri - “Kalasarna” Il Nuovo romanzo di Diego Segreto
Scritto da Carmine F. Petrungaro
Libri - “Kalasarna” Il Nuovo romanzo di Diego Segreto - Non fu una sorpresa per me, quandonell'estate del 2012 ricevetti la mail di Diego
Segreto, il noto autore di romanzi. Mi compiacqui molto, leggendo
la sua mail, nella
quale mi chiedeva informazioni al riguardo dell’Elefante di Pietra di Campana. Scrisse
che era rimasto molto affascinato dalla teoria da me esposta nel 2005 e perciò
era interessato a scrivere un romanzo a sfondo storico, ambientato proprio nell’epoca
del passaggio di Pirro in Calabria. Gli dissi che l’idea del romanzo sarebbe - per me personalmente - un grande
onore e forse la migliore gratificazione dello sforzo fatto attraverso tante
ricerche e notti senza sonno. Un romanzo sull’avventura militare di Pirro e sull’Elefante
di Pietra di Campana potrebbe risultare anche divertente per i lettori
appassionati di storia. In fondo, avevo sempre sostenuto, che quella di Pirro fosse
una storia affascinante, che poteva offrire tanta ispirazione e tanto materiale
per romanzi a sfondo storico. Così mi complimentai con il signor Segreto, e gli
consigliai di seguire il sito Campanaelefante, dove avrebbe potuto leggere la
teoria da me già esposta nel 2005, dalla quale avrebbe potuto trarre tutto il
materiale occorrente per il suo magnifico romanzo. Sono trascorsi 5 anni da
quando ricevetti quella mail. L’elefante era sempre lì ad aspettare il giorno
del suo riscatto. E venne quel giorno tanto atteso. Il Romanzo “Kalasarna” di Diego Segreto è ambientato
a Campana ed è stato presentato il 19 novembre 2016 al Museo del Presente
di Rende.
RENDE
(CS) – La magia ed il mistero intorno all’origine dell’Elefante di pietra continuano
ad ispirare i piccoli e grandi romanzi, contribuendo a fare del monolite di
contrada Incavallicata insieme alla plurisecolare Fiera della Ronza, il
marcatore identitario più importante di Campana. City marketing,
l’attività di promozione perseguita dall’Esecutivo A. Chiarello, continua
a raccogliere ulteriori risultati. L’evento
è stato ospitato nella Sala Tokyo, si inserisce nel quadro della manifestazione
culturale Galarte. È stato promosso dall’associazione culturale Club della
Grafica in collaborazione con il Gruppo Antropologico Rrotese e patrocinato dal
Senato della Repubblica, dal Ministero per i beni e le attività culturali e dal
Comune di Rende. Oltre all’autore e al Sindaco Agostino Chiarello sono
intervenuti M. Giacomo Vercillo presidente dell’associazione Club della
Grafica, Rosemarie Surace presidente del gruppo Antropologico Rrotese, Romano
De Grazia, presidente emerito Suprema Corte di Cassazione.
KALASARNA – Nel libro si intrecciano imboscate,
guerra e scene di normale quotidianità. Tra i declivi montuosi della Sila
Greca, nell’antica città di Kalasarna, i giganti in pietre, un elefante e un
guerriero, dirigono lo sguardo verso la costa degli Achei che da Sybaris si
esente fino a Kroton. Nel paesello calabrese, tra racconti e leggende, un
vecchio professore condivide con i suoi piccoli allievi la gloriosa storia di
eroi lontani ed antichi. Guerrieri Bruzi, alleati del re Pirro, contro gloriosi
legionari romani.
Diego Segreto, nasce a Cosenza il 4 Settembre 1956. Pubblica con Pellegrini
Editore: - "Perchè Barabba“,"Da Weimar al Terzo Reich” nell'anno 2005; - "Io Karol... e
il capitano!" nell'anno 2007.
Informazioni bibliografiche:
Titolo del
Libro: Kalasarna
Autore: Diego Segreto
Editore: EBS Print
Data di
Pubblicazione: 2016
Genere: LETTERATURA ITALIANA: TESTI
Pagine: 180
ISBN-10: 8893490498
ISBN-13: 9788893490498
L'incavallicata: in uno scritto nel fine del 1600 il vescovo Francesco
Marino lo definiva “il gran colosso”, caduto al suolo a causa dei terremoti. In
una mappa della Calabria del 1603, questo luogo è chiamato “il cozzo delli
Giganti”. Sono dunque statue che erano note dai tempi remoti, e
classificate semplicemente come giganti o pietre. Noi Campanesi abbiamo
sentito parlare delle rocce dell'Incavallicata fin dalla nostra infanzia. Le
toccavamo con le nostre mani, al ritorno dalla campagna e, qualche coppia di
sposi ha scattato delle foto per il proprio album matrimoniale. I nostri nonni
ci raccontavano storie di briganti e tesori nascosti o si limitavano
semplicemente a dire che furono gli "Antichi" a scolpirle, per
cercare riparo dalle intemperie. Gli "Antichi" e basta? Qualcuno che conosceva la storia si
era già posto delle domande nei decenni trascorsi, ma fu deriso o non ascoltato.
I tempi non erano ancora maturi. Quell'elefante era sempre lì ad aspettare il
giorno del suo riscatto.
I Giganti di Pietra di Campana - Teoria Pirro e gli Elefanti indiani - Campana, 14 Gennaio 2005 -
Quesito e dibattito sul mistero dell'Incavallicata. Teorie di Carmine F.
Petrungaro - Cari
amici, è arduo interpretare ed illustrare le idee degli Antichi con un
linguaggio moderno e razionale. Volendo indagare il senso dei loro miti e
culti, con la visione e i concetti del mondo di oggi, non ci si dovrà attendere
una risposta univoca. Questo vale anche per il sito dell'Incavallicata, con le
sue rocce e le sue grotte, scolpite sicuramente più a scopo sacrale che
propagandistico. Probabilmente nessuno dei monumenti storici di Campana offre
tanto materiale per gli appassionati e i ricercatori di storia quanto
l'Elefante di Campana e il gigante seduto.
Dopo aver iniziato le mie ricerche,
esitai, davanti a quella che intuivo come una storia così affascinante, ma
quasi certo che sia accaduta realmente, circa 2300 anni fa. La passione per la
storia in me, divenne parola scritta. La passione ha facilitato le mie ricerche
storiografiche. Per fare ciò non basta semplicemente seguire uno schema di idee
ortodosse, dettate da qualche impostazione accademica, o basarsi solo sulla
conoscenza acquisita attraverso una buona letteratura. Bisogna avere anche un
buon intuito e immaginare di viaggiare nel passato. E' necessario entrare in
empatia con coloro i cui passi si stanno ripercorrendo, capire come
ragionavano. Sulla base di ciò, mi sono dato da fare. Togliere il velo del
tempo, è come entrare in uno scantinato segreto, trovarvi un vecchio baule e
lasciare che la storia ne venga fuori. Mi auguro infine che, al di là di tutto,
la lettura della teoria che sto per presentarvi, risulti trasparente e che
possa dare delle risposte a tutti. Sarebbe forse questa la migliore gratificazione
dello sforzo fatto e ancora da fare, attraverso tante ricerche e notti senza
sonno. Ciò che segue è un tentativo di comprendere, attraverso la ricostruzione
narrativa, questo avvenimento storico, rendendo giustizia all'Elefante e alla
storia di Campana. Oltre a ricostruire come meglio ho potuto la storia e
l'interpretazione il più possibile convincente, con questo lavoro mi sono posto
un altro obiettivo. Per capire cos'è successo il lettore sarà chiamato a far
parte della giuria - e a partecipare attivamente al processo di
valutazione e di sintesi delle varie teorie.
La struttura stessa del testo incoraggia un simile approccio: non è
semplicemente la narrazione della storia della scolpitura delle rocce, ma anche
un'indagine analitica che può risultare anche divertente per il lettore
appassionato. In fondo, quella dell'Elefante di Campana non è soltanto una
storia forse realmente accaduta, bensì una storia affascinante, che potrebbe
offrire tanta ispirazione e suggestione e tanto materiale per romanzi a sfondo
storico. Ho cercato di divulgare questa mia ricerca come una narrazione, in
modo che la sua lettura risulti un piacere e non uno studio insopportabile.
Capisco che non tutti amano la storia quanto me. Non creda il lettore che tutto
ciò sia stato una passeggiata. Quante volte mi sono detto: - Tralascia questo
particolare, soffermati sull'altro, indaga su questo e su quello, arriva al
dunque oppure arriva ad un'altra conclusione!" Trova un'altra conclusione?
Posso io forzare la mano, essere io il fattore delle nostre fortune, della
storia già fatta? No di certo. E dunque, senza vanagloriarmi, io non ho fatto
altro che mettere insieme un mosaico andato distrutto nei secoli e riferire con
la narrazione ciò che realmente potrebbe essere accaduto nella storia di
Kalasarna. Gli indizi e gli elementi storici ci sono tutti. Come già detto,
capisco che non a tutti va giù la storia, intesa come lettura e comprendere
informazioni del genere, al lettore può risultare a volte noioso e pesante.
Sono certo che dopo questa lettura, molti penseranno che ne è valsa la pena,
venirmi dietro tra incipit, tra fatti storici e noiose descrizioni. Anche le
critiche sono ben accette, soprattutto se costruttive. In verità, non posso
nasconderlo al lettore, che qualche critica circa la teoria su Pirro e gli
elefanti indiani mi è giunta. E mi è giunta, mio malgrado, da persona
autorevole in materia, com'è S. E. il Vescovo Mons. Luigi Renzo, oggi Vescovo
di Mileto-Nicotera-Tropea, che è nato proprio a Campana e che da bambino
giocava proprio sotto quelle pietre. Ebbene Mons. Luigi Renzo, dopo avermi
elogiato per il mio contributo a testimoniare la storia di Campana, per
l'impegno teso a diffondere e valorizzare l'immagine del nostro paesino e, per
l'attaccamento alle nostre origini e tradizioni ecc., ha avanzato una critica a
me e a tutti coloro, che hanno attribuito le origini, ovvero, la scolpitura
delle Pietre dell'Incavallicata all'uomo. Mons. Renzo da studioso del
territorio, che ha scritto diversi libri su Campana, contesta garbatamente
tutte le tesi esposte finora, soprattutto quelle che vogliono che le pietre
siano delle sculture antiche di fattura umana. Citando testualmente Mons.
Luigi Renzo: - “Innanzitutto le pietre sono
note da sempre. Le Pietre dell'Incavallicata si presentano come peculiari
strutture rocciose, che, erose dal vento e dalle intemperie, hanno assunto nel
tempo quelle forme singolari da farle ritenere monumenti di pietra, veri
capolavori della natura. Sono massi giganteschi sovrapposti ed accavallati (da
cui il nome Incavallicata). La cosa comunque che lascia perplessi, è che le
raffigurazioni non sono a tutto tondo da far pensare ad una scultura dell'uomo
e per di più guardano dal versante opposto al paese. Non sarebbe stato, magari,
più ovvio scolpire le immagini dal lato del paese“?
Con queste parole Mons. Luigi Renzo attribuisce alla sola natura la
scolpitura delle Pietre dell'Incavallicata. In poche parole, il suo messaggio vuole dirci che l'Incavallicata non fu fatta erigere in epoche remote, tanto meno da una popolazione italica preromana, nè da Pirro nè da
Annibale in tempi storici più recenti. Ma fu il vento, l'acqua o l'erosione in
generale. La contestazione di Mons. Luigi Renzo si rivolge al
sottoscritto, inoltre a Domenico Canino, che sostiene la teoria del Neolitico o della scolpitura in tempi preistorici e
ai cari amici Vincenzo Sciarrotta e Isidoro Vaglico, sostenitori della teoria “Annibale".
Le critiche sono ben accette e i lettori saranno chiamati a far parte della
giuria, a farsi una loro opinione. Buona lettura con la teoria "Pirro e
gli elefanti indiani".