Video - Le Grotte di Inceneria |
Scritto da Carmine F. Petrungaro | |||||||
Video - Le Grotte di Inceneria - Escursione con zio Gabriele Rossano - Il presente filmato non ha la pretesa di essere uno studio, ma uno strumento didattico e un contributo per completare la valorizzazione del nostro territorio, che va custodito e preservato dal correre del tempo. Uno dei segni caratteristici del territorio di Campana, in provincia di Cosenza, è costituito dai siti rupestri. Trattasi di nuclei abitati in tempi antichi e anche recenti, e quindi di testimonianze importantissime. Dopo quella delle Grotte di Guardia, andremo con questo filmato, alla scoperta di un altro complesso di abitazioni rurali e rupestri, dette “Grotte di Inceneria”, ancora una volta nel territorio di Campana, nella Sila Greca. In questa escursione mi accompagna per la seconda volta zio Gabriele Rossano.
È agosto, il cielo è sereno e così ci avviamo sulla provinciale 255. Al
bivio per Bocchigliero deviamo per Caloveto alla nostra destra. Sulla Provinciale
251 accostiamo in una grande curva a gomito. Proseguiamo su un sentiero che
pian piano si assottiglia, fino a scomparire del tutto tra sterpaglie, rovi e
boschi di querce. Zio Gabriele indica il percorso da fare, procedendo a colpi
di accetta tra gli arbusti, poi si ferma di colpo, indicando le grotte con la
sua accetta. Davanti a noi si erge il crinale roccioso delle cosiddette “Grotte
di Inceneria”. Provo a focalizzare ciò che vedo e resto senza parole. Di fronte
a noi si presenta un complesso di grotte scavate nell'arenaria. Alcune sembrano
di essere molto antiche, con una larghezza e una profondità davvero notevole e
sono scavate con grandissima cura. Se si può
parlare di forma architettonica, la cosa che noto fin da subito è, che non hanno
un aspetto omogeneo: alcune hanno la volta ad arco, altre invece a forma
triangolare. Anche
qui le pareti sono state annerite dai focolai. Il fumo ha
depositato una patina di fuliggine. Chissà quanta gente è passata di qua. Si
apre il velo del tempo. Alla vista di quelle abitazioni arcaiche, mi chiedo chi
potrebbe averle scavate. Quali segreti custodiscono queste grotte? Possiamo
fare solo delle supposizioni. Al riguardo delle grotte del Comune di Campana e
circondario, gli studiosi parlano di abitazioni frequentate quasi
ininterrottamente dall'età preistorica fino alla metà del secolo scorso. Si
parla di abitanti del Neolitico, di guerrieri-pastori enotri e bruzi, di profughi
fuggiti dalle invasioni arabe, di monaci bizantini, di eremiti che praticavano
l’ascetismo e altri ancora di briganti, contadini e bestiame. Con la caduta dell’impero
romano e la distruzione di molti centri abitati ad opera di popolazioni
germaniche, i rifugi in grotta ritornarono ad essere abitati. Le scorrerie dei
Longobardi e le incursioni saracene comportarono la migrazione delle popolazioni
urbane in grossi agglomerati rurali e grotte rupestri. Una lunga serie di gente
che ha vissuto qui. Queste grotte sono state per molti secoli, o forse è meglio
dire, per millenni un insediamento stabile. Le loro uniche tracce sono ancora
ben visibili. Si vede chiaramente dalla fuliggine, dalla scalfittura e dai fori nelle
pareti, che le grotte erano destinate sia alla vita familiare, altre alla
preghiera e al ricovero di animali e al deposito di fieno, di viveri e
attrezzi. La presenza di fori e nicchie di varia forma, di cui alcune dalla
funzione di lucernari, è la testimonianza più significativa. Mi muovo e vado alla
scoperta dei loro segreti. Zio Gabriele indica gli spazi usati come abitazioni
per l’uomo, i granai, i magazzini e le stalle per il bestiame. Dice che i fori
tondi sulle pareti, servivano per fissarvi le staccionate. Secondo lui in
questo caso si tratterrebbe di stalle. Zio Gabriele continua a fissare
l’orizzonte, dicendo che tutto passa, tutto è destinato a scomparire. Nei suoi
occhi vedo malinconia per il correre del tempo. Giunta l’ora di tornare a casa,
zio Gabriele si avvia con la sua accetta, usandola come bastone. Lo seguo in
silenzio con la mia telecamera.
Mi auguro che un domani si facciano delle
ricerche e campagne organizzate. Sono certo che se ci fosse stata una maggiore
attenzione da parte dei comuni, a dare una spinta alla ricerca storica, oggi
avremmo già una risposta. Senza una ricerca mirata, possiamo solo fare delle
supposizioni.
Carmine F. Petrungaro
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